| Coppa Italia a rischio incidenti per le istituzioni: i tifosi dimostrino la civiltà del basket
Scritto da Gabriele Galluccio Giovedì 17 Gennaio 2013 13:02 basketinside
A poco meno di un mese dalle Final Eight, l’Osservatorio Nazionale per le manifestazioni sportive si è infilato in una situazione tutt’altro che facile da sbrogliare. Mai come quest’anno, l’organo del Ministero dell’Interno ha rifilato un divieto dopo l’altro a diverse tifoserie, applicando la filosofia del “se sbagli, paghi”: nonostante gli spiacevoli e gravi incidenti verificatisi lo scorso 2 dicembre sia a Milano che a Roma siano stati un caso isolato di una stagione fin qui nella norma, nell’ultimo mese ci sono stati diversi provvedimenti che hanno fatto gridare gli appassionati quasi allo scandalo.
Ad esempio, vietare ai tifosi canturini la trasferta al Forum in occasione del match con Milano è stato un pessimo spot per la pallacanestro italiana e per il derby stesso, che ha perso il notevole valore aggiunto dello spettacolo sugli spalti. Proprio il pubblico di Cantù, che in questa stagione non si è reso protagonista di episodi eclatanti, è il più bersagliato dall’Osservatorio: da ben 4 partite, infatti, ai brianzoli non è concesso seguire la squadra in trasferta, il che è una cosa senza precedenti nella storia della pallacanestro italiana. Così come non si riesce proprio a capire il rischio che le istituzioni avvertano nella partita tra Roma e Pesaro, tale da vietare la trasferta ai tifosi biancorossi che, tra l’altro, sono legati a quelli capitolini da uno storico gemellaggio.
Non è nostra intenzione giustificare o sminuire i rari episodi di violenza che si sono verificati in questa stagione e siamo assolutamente d’accordo nel punire gli individui che se ne sono resi protagonisti, ma gli ultimi provvedimenti ingiustificati non fanno altro che alimentare tensione e frustrazione tra quelle tifoserie che per anni hanno sempre seguito la squadra in giro per l’Italia con grande civiltà. Questa pioggia di divieti potrebbe far passare un messaggio sbagliato: il tifo violento è arrivato anche nel basket ed i Palazzetti non sono più luoghi sicuri. Così si rischia di dare il colpo di grazia al movimento cestistico che, non godendo neanche lontanamente degli introiti televisivi e derivanti dagli sponsor del calcio, si basa quasi unicamente sul pubblico. Se il mondo del pallone italiano, con l’inasprirsi dei provvedimenti contro i tifosi, ha visto svuotarsi progressivamente ed inesorabilmente tutti gli stadi, impoverendosi in maniera evidente, quello della palla a spicchi rischierebbe il tracollo se le tifoserie, e soprattutto le famiglie, non andassero più al Palazzetto.
Ora l’Osservatorio ed il Prefetto di Milano sono chiamati ad un banco di prova decisivo: l’organizzazione della Coppa Italia quest’anno non è semplice, dato che nella prima giornata dovranno scendere in campo tutte e tre squadre lombarde (Cantù-Roma e Varese-Milano), ma neanche impossibile. Se nell’ultima occasione l’accesso al Forum ai tifosi di Cantù è stato negato, ora come avranno intenzione di muoversi le istituzioni? Negli ultimi giorni si stanno facendo sempre più insistenti le voci secondo cui la soluzione paventata è quella di giocare entrambe le partite del giovedì, o almeno Cantù-Roma, a porte chiuse. Un’ipotesi del genere noi non vogliamo neanche lontanamente prenderla in considerazione, perché sarebbe un autogol clamoroso per la pallacanestro italiana e anche per la Legabasket, che perderebbe un incasso rilevante.
L’Osservatorio sta facendo passare il messaggio che il basket ha un problema di sicurezza, ma non è affatto così. E se a dirlo, in un’intervista a Repubblica.it, è il presidente della Lega, Valentino Renzi, c’è da crederci. Sapendo che le tifoserie di Varese e Cantù si presenteranno in massa al Forum, così come ovviamente quella di casa di Milano, anziché studiare come vietare loro l’accesso, è necessario pianificare un buon servizio d’ordine. Perché basterebbe questo per scongiurare eventuali “scontri” e garantire la piena riuscita dell’evento. Inoltre, davvero non si vede il motivo per il quale tre tifoserie dovrebbero rovinare una delle più importanti ed avvincenti manifestazioni della pallacanestro italiana. Forse qualcuno vorrebbe far credere che la parte marcia del tifos, che nel basket è sempre stata una percentuale bassissima, si stia espandendo come nel calcio: e allora, a partire dalle Final Eight, dimostriamo che in questo sport non c’è spazio per il tifo violento, ma vige la civiltà e la passione per i propri colori.
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